Una tecnologia che ha protetto alcuni dei più importanti osservatori spaziali della NASA da molecole potenzialmente dannose è al momento in fase di studio come possibile soluzione per proteggere manufatti culturali e campioni naturali di proprietà dello Smithsonian Institution.
In forza dell'accordo Space Act Agreement con il Museo di Storia Naturale dello Smithsonian Institution, Nithin Abraham, ingegnere dei rivestimenti termici presso il NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland, e i responsabili della conservazione del museo stanno testando l'efficacia del rivestimento MAC (assorbimolecole), che è in attesa di brevetto. Gli ingegneri del Goddard hanno originariamente creato questa tecnologia per intrappolare i contaminanti molecolari degassati cosicché non riuscissero ad aderire a strumenti e componenti sensibili.
Composto da zeolite, minerale ampiamente utilizzato nella depurazione dell'acqua, e da una silice colloidale che agisce da collante, il rivestimento MAC è altamente permeabile e poroso – proprietà che gli consentono di intrappolare i contaminanti che fuoriescono in un processo simile a quello che crea "l'odore di auto nuova" nei veicoli. Poiché non contiene VOC, la vernice stessa non causa ulteriore outgassing. Semplice da usare, può essere applicata direttamente all'hardware oppure su pannelli di varie dimensioni che sono poi inseriti nelle cavità degli strumenti e nelle camere di prova.
La contaminazione oggetto di studio: i vapori di mercurio
Con una ricerca lunga un anno iniziata la scorsa estate, il NASA Goddard Space Centre e il personale del museo stanno determinando se il rivestimento MAC può ridurre la presenza di vapori di mercurio e altri contaminanti che fuoriescono da campioni vegetali e minerali. Queste sostanze stanno contaminando armadi metallici appositamente progettati al Centro di Supporto del Museo a Suitland, nel Maryland, un'ampia struttura di stoccaggio che contiene più di 54 milioni di pezzi da collezione.
I prodotti chimici emessi portano con sé rischi per la salute delle persone e di degradazione per gli esemplari, ha spiegato la Collection Program Conservator Catharine Hawks, la quale ha utilizzato un'ampia gamma di tecniche e materiali per assorbire e trattenere i contaminanti vaporizzati sia nei campioni esposti che in quelli a magazzino. "I conservatori devono affrontare costantemente il problema dei contaminanti volatili – sia come contaminazione incrociata tra i materiali delle collezioni, sia come contaminanti che provengono dai materiali usati nelle collezioni", ha spiegato. "Di conseguenza abbiamo un costante bisogno di tecnologie che offrano protezione".
Venuti a conoscenza della vernice sviluppata dalla NASA, Hawks e i conservatori di altri musei hanno ritenuto valesse la pena studiare l'efficacia del MAC nella protezione degli artefatti. Abraham ha acconsentito. "Abbiamo pensato che questa collaborazione fosse un'interessante opportunità per capire come il MAC si sarebbe comportato in ambienti terrestri", ha detto. "Abbiamo testato la vernice in modo intensivo per diminuire l'outgassing in ambienti di vuoto e in applicazioni spaziali, ma mai in condizioni ambientali".
Una volta completati i test il team redigerà uno scritto tecnico sull'efficienza della vernice. "Abbiamo acquisito preziose conoscenze sui modi migliori per testare il rivestimento e far progredire questa tecnologia verso applicazioni diverse", ha affermato Abraham.