Leggi l’ultimo numero della rivista dedicata ai trattamenti delle superfici e alle finiture organiche e inorganiche. Speciale automotive e tecnologie di lavaggio industriale.
Gli ultimi 4 anni sono stati particolarmente duri per il settore dell’automobile. Prima, nel 2019, la “crisi del diesel” ha affondato le vendite di auto in Europa e minato l’immagine di alcuni OEM sui mercati internazionali. Poi la pandemia, con i suoi due anni di mobilità scarsa o nulla, ma soprattutto con la completa rottura delle catene di approvvigionamento che ha triplicato i tempi di attesa dei componenti elettronici, rendendo semiconduttori e microchip merce rara, ha ulteriormente indebolito il mercato dell’auto. Oggi la guerra tra Russia e Ucraina, con le speculazioni sui prezzi dell’energia e l’aggravarsi delle difficoltà nel reperimento di componenti non consente a questo settore industriale strategico di riprendersi appieno. Il consumatore, inoltre, è disorientato dal cambiamento tecnologico, esasperato dai grossi ritardi nelle consegne e dai rincari dei prezzi anche nel mercato dell’usato.
Eppure l’industria dell’auto è ancora quella che fa tendenza, è il trampolino di lancio delle nuove tecnologie, la culla delle tecniche di personalizzazione più avanzate. Innegabilmente, un sogno o uno status symbol per molti di noi; puro bene strumentale per altri. In entrambi i casi, si sceglie l’auto a propria immagine e somiglianza.
Oggi, quest’auto si sceglie con la consapevolezza che il futuro della mobilità non è solo l’elettrico ma è anche – e soprattutto – il digitale. Le piattaforme Internet of Things (IoT) per auto connesse sono aumentate esponenzialmente mentre le funzionalità on-demand migliorano la comodità, il comfort, la multimedialità, le prestazioni e la sicurezza del veicolo. Insieme, queste tecnologie, sono in grado di trasformare totalmente l’esperienza dell’utente ma anche di allargare i confini della personalizzazione.
Qui entra in gioco il nostro settore di riferimento, quello dei trattamenti di superficie. Qualsiasi nuovo componente o dispositivo introdotto su un’auto deve ricevere un qualche trattamento superficiale che lo renda resistente e duraturo, e che gli attribuisca una finitura funzionale, estetica o entrambe le cose.
La digitalizzazione delle auto ha reso anche i processi di lavaggio, preparazione e finitura della superficie più complicati, imponendo l’investimento in tecnologie di finiture adatte ad esaltare – e non inibire – le funzionalità dei nuovi componenti. Pensiamo, ad esempio, ai radar e ai lidar che consentono la guida autonoma: l’elevata trasparenza della finitura che gli si attribuisce è fondamentale per preservarne la funzione.
Anche la personalizzazione sempre più spinta delle vetture ha portato con sé molti investimenti tecnologici. Se fino a qualche tempo fa personalizzare la propria auto era un sogno appannaggio di pochi, oggi un certo ventaglio di opzioni di personalizzazione è disponibile per qualsiasi vettura: ciò ha imposto investimenti per industrializzare le tecnologie in grado di effettuare personalizzazioni di serie e non solo artigianali, come accadeva (e accade in una certa misura ancora oggi) nelle officine dei brand di lusso e sportivi.
In questo numero estivo di ipcm®, che ha un focus su automotive e mezzi di trasporto in generale, abbiamo raccolto tanti articoli che illustrano innovazioni e investimenti nelle tecnologie di finitura, nonché casi di successo di aziende per cui produrre per l’industria dell’auto ha rappresentato un punto di svolta della propria storia.
Naturalmente, questa edizione di ipcm® offre anche molti altri spunti e contenuti tecnici e di mercato sulla finitura, per non scontentare alcun lettore. Tantomeno sotto l’ombrellone!
Buona Estate