Nulla è eterno. Il dolore di Genova e della nazione italiana è ancora palpabile. Troppo recenti le immagini del crollo, lo scorso 14 agosto, di un tratto di 200 metri del Ponte Morandi, viadotto dell'autostrada A10, che provocò la morte di 43 persone, lo sfollamento di 258 famiglie che abitavano negli 11 palazzi localizzati sotto le macerie pericolanti, e l'interruzione di uno snodo fondamentale per tutta la viabilità del Nord-Ovest italiano.
Cedimenti strutturali di questo tipo non sono una tipicità tutta italiana, ma costituiscono un pericolo che accomuna Europa e resto del mondo.
Non tutti i cedimenti o i crolli sono causati dalla corrosione, tuttavia essa rappresenta una seria minaccia poiché è un fenomeno subdolo, talvolta impossibile da valutare.
La manutenzione non è abbastanza.
Posto che non esistono materiali eterni, ne esistono però alcuni che possono essere definiti come materiali "senza manutenzione": quelli per i quali si assume che il primo intervento di manutenzione avvenga in tempi lunghissimi, nell'ordine di 40 - 60 anni, sostenibili cioè dalla generazione successiva a quella che ha realizzato l'opera.
Nelle pagine di questo numero troverete molti spunti, soprattutto tecnologici e di analisi, su questo argomento.
La nostra generazione ha sì il compito della manutenzione di ciò che fu costruito dalle generazioni precedenti ma ha, soprattutto, il compito di costruire il progresso.