Presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Trento sono stati studiati dei prodotti cataforetici di Arsonsisi depositati su schiuma di alluminio al fine di migliorarne la durabilità.
Le schiume di metallo possono avere applicazioni in numerosi settori, in particolare quello dell'edilizia e dei trasporti, perché sono materiali che abbinano leggerezza a buona rigidità, resistenze meccaniche e proprietà termiche, elettriche e acustiche, ma non sono ancora ampiamente sfruttati a causa della loro limitata resistenza a corrosione in molti ambienti. Le parti metalliche delle schiume sono soggette a diversi tipi di corrosione, mentre le superfici irregolari e la porosità superficiale molto elevata delle schiume rendono difficili i processi di applicazione dei rivestimenti di protezione.
L'obiettivo dello studio condotto dal prof. ing. Stefano Rossi, Product Design - Durabilità ed affidabilità di materiali ed impianti - e dal dott. Massimo Calovi, del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Trento, è stato quello di ottimizzare il processo di elettrodeposizione in cataforesi e valutare le proprietà di protezione del rivestimento cataforetico sulla schiuma di alluminio, come possibile soluzione al problema della corrosione.
Alla verniciatura in cataforesi sono infatti riconosciute elevate proprietà di adesione del rivestimento e buona omogeneità, anche su superfici con una geometria complessa, come può essere quella di una schiuma.
Per le prove è stato scelto un primer epossidico nero di Arsonsisi per elettrodeposizione catodica, ARSONKOTE 212 2K BLACK (fig. 1 e 2), poiché la resina epossidica assicura un'eccellente adesione e buone proprietà meccaniche del film.
Le caratteristiche dei rivestimenti ottenuti sono state esaminate mediante osservazione microscopica considerando le dimensioni dello spessore dello strato protettivo e la presenza di difetti; il comportamento della corrosione della schiuma verniciata è stato valutato mediante l'esposizione in camera a nebbia salina acetica e misure di spettroscopia di impedenza elettrochimica (figg. 3 e 4).
I risultati della ricerca hanno evidenziato una buona resistenza dei campioni alla corrosione dopo 1500 ore di test in nebbia salina acetica ed un livello relativamente basso della difettosità del rivestimento, aspetto confermato dalle misure elettrochimiche.
La ricerca è stata pubblicata dalla rivista scientifica "Progress in Organic Coatings" (www.journals.elsevier.com/progress-in-organic-coatings).
Una seconda parte del lavoro verrà presentata al prossimo congresso EUROCORR 2017 e ICC2017 che si terrà a Praga a settembre (www.eurocorr.org).
Per maggiori informazioni: www.arsonsisi.com
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