BASF svela i suoi progetti per raggiungere la neutralità climatica

Date: 13/04/2021
Autore: Redazione

BASF ha presentato una tabella di marcia per ottenere la neutralità climatica e le zero emissioni entro il 2050.

BASF ha fissato un obiettivo ancora più ambizioso nel suo viaggio verso la neutralità climatica. L’azienda non solo vuole ottenere le zero emissioni nette entro il 2050, ma punta a ridurre le proprie emissioni di gas serra a livello mondiale del 25% (rispetto al 2018) entro i prossimi 9 anni, il che significa dimezzare le emissioni di CO2 entro la fine di questo decennio.

Nel complesso BASF prevede di investire fino a 1 miliardo di euro entro il 2025 per raggiungere il suo nuovo obiettivo climatico e da 2 a 3 ulteriori miliardi di euro entro il 2030.

“I nuovi obiettivi climatici sottolineano la nostra determinazione e l’impegno di BASF verso l’Accordo di Parigi sul Clima. Il cambiamento climatico è la più grande sfida del 21° secolo. Per tutta risposta, dobbiamo adattare i nostri processi e la nostra gamma di prodotti. Dobbiamo accelerare questa trasformazione adesso. Dobbiamo concentrarci prima sulle fasi iniziali di questo percorso, non su quelle finali. Questo è il motivo per cui BASF aumenterà l’utilizzo delle risorse rinnovabili. E velocizzeremo lo sviluppo e l’impiego dei nostri processi privi di CO2 per la produzione di prodotti chimici. Con la trasparenza e offerte mirate a ridurre in modo sistematico e incrementale l’impronta di carbonio dei prodotti BASF lungo l’intera catena del valore, aiutiamo i nostri clienti di tutti i settori a ridurre l’impronta di carbonio dei loro stessi prodotti”, ha affermato Martin Brudermüller, Chairman del Board of Executive Directors di BASF SE.

I progetti in corso 

BASF, in collaborazione con i suoi partner, sta al momento lavorando a nuove tecnologie che sostituiranno i carburanti fossili, come il gas naturale, con l’elettricità derivata da risorse rinnovabili. L’ampliamento di queste tecnologie sarà possibile solo dopo il 2030; nel frattempo, al fine di accelerare l’eliminazione delle emissioni di CO2 prima di quella data, BASF sta migliorando i processi dei suoi impianti produttivi esistenti.

Alcuni dei nuovi progetti a cui BASF sta al momento lavorando includono:

  • i primi steamcracker al mondo riscaldati elettricamente, per la produzione di prodotti chimici base come etilene, propilene e butadiene;
  • una nuova tecnologia di processo per l’elettrolisi dell’acqua e la pirolisi del metano, per ottenere una produzione di idrogeno priva di CO2;
  • pompe di calore elettricheper produrre vapore privo di CO2 dal calore di scarto;
  • una delle più grandi attività di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) nel Mare del Nord, che crea l’opportunità di evitare l’emissione di più di un milione di tonnellate di CO2 all’anno dalla produzione di prodotti chimici di base.

Inoltre, BASF passerà progressivamente alle risorse rinnovabili per soddisfare il suo fabbisogno elettrico e intende investire in parchi eolici per facilitarsi il compito. Ci si aspetta infatti che il passaggio a processi neutrali per il clima porti ad un forte aumento della richiesta di elettricità presso i principali siti del gruppo nel decennio a venire. A partire dal 2035 circa è previsto che la richiesta di elettricità del gruppo sarà più di tre volte quella odierna.

“Ciò renderà necessari investimenti per lo sviluppo e la costruzione di nuovi impianti produttivi. Una pre-condizione per la trasformazione della produzione chimica è una solida disponibilità di grandi quantità di elettricità rinnovabile a prezzi competitivi. Non è al momento il caso della Germania. Lo scopo di BASF è quindi quello di partecipare ad investimenti in impianti di produzione di energie rinnovabili per soddisfare la propria domanda. Anche un quadro normativo è essenziale per rendere questa trasformazione economicamente fattibile”, ha aggiunto Brudermüller.

Per poter realizzare tutto questo BASF sta cercando di ottenere finanziamenti da programmi europei e nazionali come il IPCEI (Important Projects of Common European Interest).

“Siamo convinti che alla fine tutti gli attori coinvolti lavoreranno insieme per rendere economicamente efficace questa trasformazione, che è unica nel suo genere. Ciò include anche l’accettazione da parte dei consumatori di prezzi più alti per i prodotti privi di CO2 lungo tutta la catena del valore, necessari per compensare costi operativi più alti e investimenti aggiuntivi. Per ottenere ciò è necessaria la collaborazione tra industria e attori politici, che conduca a normative positive e orientate ai risultati e che preservi la nostra competitività internazionale”, ha concluso Brudermüller

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